Con il termine “mindfulness” si intende la capacità di essere consapevoli e pienamente presenti in ciò che sta accadendo in un dato momento, calandosi nel qui ed ora.
Secondo John Kabat-Zin, biologo e professore che per primo ha studiato la meditazione orientale con metodo scientifico, “la mindfulness è la pratica del prestare attenzione: sapere dove essa è e poter scegliere dove dirigerla.”
Il concetto di mindfulness, o consapevolezza, affonda le sue radici nelle tradizioni contemplative buddiste. Attualmente la mindfulness viene utilizzata in numerosi contesti sociali, sanitari e lavorativi poiché molte ricerche nei campi della medicina e della psicologia cognitiva ne hanno mostrato i benefici sulla salute psicofisica.

Ma facciamo un passo indietro: perchè potrebbe essere importante per noi, se non addirittura necessaria, la mindfulness?
L’attività della mente è intensa e continua e, spesso, non collegata alla realtà presente.
Mentre svolgiamo un'attività quotidiana, solo talvolta ci accorgiamo che la mente vaga, trasportandoci in luoghi molto lontani dal “qui e ora”.
Vagando, la mente spesso tende a rimuginare e a giudicare in continuazione qualsiasi cosa: noi stessi, gli altri, il mondo, il passato, il presente e il futuro. Tuttavia, nei momenti in cui smettiamo di vivere il presente (perché rimpiangiamo il passato o perché siamo eccessivamente proiettati nel futuro), possono insorgere problematiche di stress, ansia o depressione.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità entro il 2030 la depressione diventerà la malattia più diffusa al mondo ed alcuni comportamenti tipici del ventunesimo secolo, quali il multitasking, l'iperconnessione ed i ritmi di vita frenetici, possono esserne concausa.
La meditazione consapevole aiuta a far fronte a questi comportamenti e a ridimensionarne gli effetti; ci aiuta inoltre ad accogliere il dolore e ciò permette di attenuare la sofferenza.

Vediamo quindi cosa è e cosa non è la mindfulness.
Non è una preghiera buddista. Non è la capacità di “svuotare la mente”.
Infatti, bloccare i pensieri intrusivi (soprattutto quelli negativi) non è una buona strategia: è uno sforzo mentale che potrebbe causare stress, ansia e sconforto. Apprendere invece la capacità di lasciare scivolare via i pensieri senza giudicarli ci insegna ad accettare in modo attivo alcune nostre situazioni.
Non è neanche la capacità di essere impassibili di fronte ad alcuni stimoli. Infatti, esercitare la capacità di essere consapevoli di tutto ciò che sta avvenendo nella nostra mente in ogni momento, ci permette di visualizzare le emozioni in modo più chiaro e di decidere coscientemente quali vivere in modo più intenso.
Recenti ricerche nel campo dell'endocrinologia hanno dimostrato come le persone che praticano la mindfulness presentano livelli inferiori di cortisolo, “l'ormone dello stress”.
A conferma di tale ipotesi, secondo un altro studio europeo, dopo 8 settimane di meditazione consapevole ci sarebbe una diminuzione di alcuni sintomi quali ansia, angoscia e stress e, contestualmente, migliorerebbero alcune competenze come l'empatia, la coerenza e l'intraprendenza. I partecipanti allo studio riportavano inoltre un miglioramento della salute e della qualità di vita.
Secondo altre ricerche inoltre, la mindfulness aumenterebbe l’autostima in età adolescenziale, oltre a migliorarne la qualità del sonno e ridurne i sintomi di sofferenza somatica (ovvero quei dolori fisici o fastidi chiaramente correlati a degli stati di ansia, stress o disagio psicologico).

Numerosi studi hanno dimostrato che chi pratica la meditazione consapevole è tendenzialmente più coscienzioso, indipendente e ottimista e meno incline alla rabbia, alla distrazione ed alla ruminazione mentale (ovvero quei pensieri ricorrenti ed inconcludenti basati sulla valutazione di scelte effettuate nel passato. Questo sintomo è spesso causa di ansia e depressione).
Un'ulteriore evidenza da non sottovalutare è che la mindfulness aiuta a migliorare il rapporto con le persone. Le ricerche hanno evidenziato che individui con alti livelli di consapevolezza presentano anche elevati livelli di intelligenza emotiva. Quest'ultima comprende fra le sue componenti l’autoregolazione, la motivazione, l’empatia, la consapevolezza dello stato emotivo proprio ed altrui ed altre abilità sociali (es. l'assertvità).
Chi pratica la mindfulness ha maggiori abilità nella gestione dei conflitti e più probabilità di vivere rapporti soddisfacenti con gli altri. Per questi motivi sempre più insegnanti ed esperti di leadership vedono nella meditazione consapevole una risorsa per creare persone e leader responsabili.
Riassumendo, con le sedute di mindfulness posso aiutarti a:
Riconoscere le emozioni e non farti travolgere da esse, mantenendo così un equilibrio interiore;
Imparare a sviluppare un pensiero non giudicante;
Approcciare nuove e differenti situazioni con maggior fiducia, curiosità e serenità;
Migliorare le capacità di concentrazione ed attenzione sostenuta;
Diminuire i livelli di stress portando così benefici alle funzioni immunitarie;
Diminuire l'impulsività;
Affrontare in modo adattivo gli stati emotivi dolorosi, senza cioè mettere in atto fughe o difese mentali dannose;
Migliorare i rapporti interpersonali e aumentare le capacità di ascolto empatico.
Se vuoi saperne di più sulle sedute di mindfulness contattami al 347.4828206
Comentarios